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“Tra punti interrogativi e incertezze, abbiamo una risposta” Rialti scrive per Violanews

Alessandro Rialti fa il punto sulla Fiorentina il giorno dopo il pareggio di Udine

Redazione VN

di Alessandro Rialti

La prima risposta è arrivata. La Fiorentina è piena di punti interrogativi, di incertezze, ma c’è. Avevamo indicato quattro gare, le trasferte in Grecia e a Udine, la gara interna con la Roma e quella con il Milan. Manca il confronto con Vincenzino Montella, ma ci sono elementi che valgono una riflessione. Primo: Sousa continua, incalzato dalle gare, a cambiare, ma ci sono delle certezze che stanno conquistando un posto di privilegio. Intanto Sanchez. Mica poco, trasfusione di sangue per il centrocampo che ha dovuto, per infortunio, fare a meno di Vecino. Secondo: Babacar e Bernardeschi al di là dei tempi di maturazione sono importanti.

Gli «scappellotti» di Sousa hanno fatto bene? Possibile, però penso che gli scappellotti vadano bene se poi ai giocatori si offre la possibilità di dimostrare di essere cresciuti e migliori del sospettato. Terzo: Meno male che Corvino ha tenuto strenuamente Badelj, che è bravo, magari non campione, ma collante sicuro. Idem per Kalinic, Astori e Gonzalo. Manca Borja? Su questo io dissento. Lo spagnolo non sarà spumeggiante ma contro la Roma, nel secondo tempo, con Sanchez e Badelj ha imbrigliato e fatto soffrire uno dei reparti più forti del campionato italiano. Diamogli tempo, per non fare le brutte figure rimediate con Badelj, Sanchez, Bernardeschi e Babacar.

Tre indizi fanno sicuramente una prova, aspetto il Milan e Montella ma mi sento di rischiare un primo commento: Corvino non ha portato campioni (con i soldi che aveva a disposizione neppure nostro Signore che moltiplicava pani e pesci) ma buoni giocatori penso proprio di sì. Bastanti per dare a Sousa la possibilità di costruire un gruppo solido e omogeneo. E’ vero, tocca a lui provare, come lo scorso anno, a «imporre le mani».

Ho proprio l’impressione che adesso le «uova» le abbia, poche forse, non tutte di «cova notturna», ma per fare, come ho già detto, una buona «omelette» ci può provare. Magari non da ristorante «stellato» ma da buona trattoria toscana sì. Ci basta? Per adesso sì. Anche perchè io credo nei giovani, dopo Baba e Bernardeschi, aspetto anche Chiesa e Hagi. E non solo loro. Non è tutto, ma non è nemmeno poco.

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