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Ipotesi Reja: alla scoperta del traghettatore che trascina le squadre in porto

Il nome più ricorrente, se si parla di un possibile traghettatore della Fiorentina, è quello dell'ex allenatore di Napoli, Lazio ed Atalanta: scopriamo insieme il suo profilo

Giacomo Brunetti

"Se ci fosse da portare una nave in porto, probabilmente Edy Reja sarebbe in difficoltà. Ma se invece il traghettamento si svolge su un campo da calcio, probabilmente è uno dei più accreditati nel trasportare le squadre alla deriva fino al termine della stagione, un molo sul quale attraccare, prima di far scendere l'equipaggio e ripartire con una nuova linfa.

"Un legame con la Slovenia, Paese dal quale proviene la sua famiglia, ma nato a Gorizia, da dove è partito per il suo giro d'Italia: naturalmente non in bicicletta, bensì con il fischietto in bocca e la lavagna tattica in mano. S.O.S. Reja, un nuovo film prossimamente su questi schermi? La Fiorentina smentisce (LEGGI), ma se Paulo Sousa dovesse essere esonerato, lui sarebbe il profilo più indicato per portare la squadra in porto.

"Il terreno da gioco lo conosce molto bene, avendo giocato per varie stagioni con le maglie di Spal e Palermo, ma la sua specialità è diventata la panchina: non da riserva, ma da mister: ha iniziato nel 1979, allena ancora oggi, sintomo di abilità ed un'esperienza che negli anni ha fatto gola a molte società. "I giovani corrono, ma sono gli anziani che conoscono la strada", disse una volta Reja: ed in effetti ha ragione, perché le primavere sono settantuno e le scarpette sono state appese da un pezzo. Meglio dirigerli questi giovani, saranno loro a far parlare il campo. Ha iniziato in provincia, è stato in ogni parte della penisola, riportando anche il Napoli in Serie A e facendo vedere buone cose con la Lazio. "Mi piacerebbe che quando scendono in campo i miei giocatori se potessero si mangiassero il pallone dalla voglia che hanno di giocare e fare bene", parole di un uomo dalle idee chiare e dai valori di un tempo.

"Si è trovato spesso a prendere la guida delle squadre in corsa, come accaduto con la Lazio e l'Atalanta negli ultimi tre anni: prende i problemi, li nasconde dentro al suo 4-3-3 e tutto torna alla normalità. O almeno, niente cade nel limbo.

"Dopo tanti anni di gavetta, calcio di provincia ed esperienze in tante piazze storiche italiane, la svolta è arrivata quando Aurelio De Laurentiis gli ha affidato la panchina del suo "primo" Napoli, quello che dovette ripartire dalla Serie C1, dove ha allenato anche Gennaro Iezzo, suo compagno di avventure anche a Cagliari e Catania che ha raccontato ai nostri microfoni: "Ho avuto la fortuna di vincere tre campionati con il mister, uno a Cagliari e due a Napoli. È una persona che, al di là dell'aspetto tecnico-tattico, riesce a far sentire bene lo spogliaroio, nelle squadre importanti è una dote fondamentale la gestione del gruppo. Non porta avanti un modulo, cerca di mettere a disposizione qualcosa per le caratteristiche di ciò con cui lavora. E' una delle poche persone che ti fanno stare bene anche fuori dal calcio, è solare, sempre positivo e corretto, è una bella persona. A Firenze può portare l'esperienza di tantissimi anni, penso che a Firenze ci sia bisogno di serenità e questo cambio la porta. È un allenatore che ha allenato in piazze importanti, ha l'esperienza giusta per tirar fuori la squadra dalla crisi.

""Cosa la tiene in panchina?", gli chiesero un giorno in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. "Sarò banale: la passione - rispose il tecnico - Il pallone che rotola mi piace ancora. Sento di poter dare qualcosa senza complicare la vita a nessuno. Adoro parlare ai giovani, far capire loro che il calcio è sport, prima che business: devi lavorare per te stesso, non per i soldi. Quando a fine giornata mi si avvicina un giocatore e mi dice mister, che bell’allenamento! Ah, mi sento vivo".

"Salutò Napoli, dopo aver dato tanto, riportando gli Azzurri nella massima serie, mantenendo un buon rapporto con De Laurentiis, anche se una volta quasi arrivarono alle mani: "Quasi. Ci divisero, a un millimetro dallo scontro, i giocatori. Una scena da film western… Il giorno dopo il presidente mi chiama come se niente fosse. Oggi ci sentiamo sempre".

"Amico di Fabio Capello, conosciuto nelle giovanili della Spal, ma anche di Pizzul e Delneri. Lo fanno arrabbiare i falsi ed i ruffiani, guai a tradirlo.

"Una Fiorentina in difficoltà, con Paulo Sousa che è stato confermato sulla panchina dopo l'eliminazione dall'Europa League e ha avuto ancora fiducia dopo la rimonta subita dal Torino: con un risultato negativo contro l'Atalanta, qualcosa potrebbe cambiare? Reja intanto è pronto a salvare i viola da un finale di stagione riponibile all'oblio. Senza soffrire troppo, però. Ma d'altronde lui è lo specialista.