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Fiorentina: è un mercato bifronte. Bello ma fragile

Terminato il calciomercato arriva il momento di commentare a bocce ferme l’operato dei dirigenti viola

Saverio Pestuggia

Il gong ha suonato da poco più di 12 ore ed è giunto il momento di commentare l’operato di Pantaleo Corvino e della società viola che, non scordiamoci, dà al suo DG gli strumenti per operare. Come giudicare la nuova Fiorentina? Con tante note positive , ma anche qualche cosa da rivedere. Pare essere sulla carta una squadra interessante, ma anche fragile. Una rosa capace di dare soddisfazioni, ma anche delusioni.

Partiamo dai fattori positivi: Corvino ha sicuramente 'abbellito' la rosa dei giocatori a disposizione di Pioli dando un rinforzino soprattutto al centrocampo che appare però in partenza il reparto con le maggiori incognite. Lasciato partire Badelj a costo zero non è arrivato un regista a sostituirlo: Gerson, Edimilson e Nordgaard non possono essere considerati dei registi. I primi due nascono centrocampisti offensivi e possono essere adattati al ruolo di mezzala, il danese è un buon mediano incontrista che gioca sì davanti alla difesa, ma ancora non ha i tempi di gioco e le caratteristiche di un classico playmaker. Cosa farà Pioli? Adatterà Veretout perdendo la sua spinta a sinistra o metterà Nordgaard al centro della sua squadra? E' un primo interrogativo importante che vedremo solo dalla terza giornata in poi.

La difesa è stata puntellata a sinistra con il giovane Hancko, al centro da Ceccherini e a destra da Diks. Il problema degli esterni non è stato all'apparenza risolto a meno che Hancko e Diks non si rivelino dei fulmini di guerra. Milenkovic, ottimo centrale su cui la Fiorentina potrà fare affidamento nei prossimi anni (a meno di una cessione per fare cassa), è ancora costretto ad adattarsi sulla fascia destra, ruolo che gli sta stretto come una maglietta indossata apposta per mostrare i muscoli  (di chi ce l'ha). Comunque il reparto che dopo la tragica scomparsa di Astori ha dato dei buoni segnali lo scorso anno non è certo male con l'inserimento di un Lafont che ha fatto vedere di avere delle doti interessanti ed è in prospettiva migliore di Sportiello.

E veniamo all'attacco dove il tridente di base piace a tutti. E non potrebbe che essere così: Chiesa, Simeone e Pjaca sono giovani, veloci e hanno caratteristiche  che migliorano l'attacco dello scorso anno quando come terzo componente abbiamo visto alternarsi Thereau, Dias ed Eysseric. L'arrivo di Pjaca sulla carta ha decisamente alzato l'asticella. Alle loro spalle c'è un Mirallas affidabile con i giovanissimi Vlahovic e Graciar che potranno dare il cambio a Simeone.

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Da quanto ho scritto emergono quasi tutti dati positivi con l'eccezione dell'incognita regista. Dove sono quindi le note meno positive? Consistono nella fragilità di lungo corso della rosa stessa visto che elementi basilari come Pjaca e Gerson sono arrivati in prestito con poche possibilità (il secondo al momento nessuna) di trattenerli a Firenze se dovessero fare bene. La Fiorentina rischia di fare un bel campionato e vedere svanire come Cenerentola parte della propria carrozza poco dopo la mezzanotte. E' un rischio sicuramente calcolato perché l'assunto iniziale di Corvino e della dirigenza viola di non vendere nessuno dei big è stato rispettato. E questo dobbiamo riconoscerlo. Il prezzo pagato però dal D.G. leccese stato quello di non avere a disposizione soldi per effettuare acquisti importanti se non in prestito. Lo scorso anno invece erano in effetti arrivati ottimi calciatori, ma dall'altra parte, gran parte dei big era stata ceduta. E qui veniamo al ruolo della società da tempo in autogestione come ammesso da Cognigni, Salica e lo stesso Andrea Della Valle. I conti devono tornare, nessuno immette nuova liquidità e il bilancio sano è l'obiettivo primario perseguito. Un altro dato negativo è rappresentato dagli esuberi in rosa ancora da smaltire che non sono pochi (Laurini, Oliveira, Cristoforo, Thereau) dopo aver realizzato diverse minusvalenze prima fra tutte quella annunciata relativa a Saponara.

In questa ottica sicuramente lodevole diventa però vietato sognare, cosa che piace a tutti i tifosi e anche al sottoscritto. Invece ho la netta impressione che davanti abbiamo, e anche abbastanza staccate, sei squadre difficilmente raggiungibili (Juventus, Napoli, Roma, Inter, Milan e Lazio) e a fianco altre come Torino, Sampdoria e Atalanta con cui lottare per il restante posticino che dà l'accesso all'Europa dalla porta di servizio. Troppo poco? Questo, cari amici, passa il convento di Casette d'Ete. E possiamo stare qui o altrove a scannarci sulla bravura o meno di Corvino e di Freitas, sulle doti di Pioli e della rosa della nuova Fiorentina. Le due alternative sono queste: adattarsi e farsi piacere il settimo posto come una vittoria stagionale oppure continuare a contestare una proprietà che ha dato chiaramente la sua direzione economica, ma che è evidente, non ha ricambi. Il calcio non attira più grandissimi imprenditori, soprattutto italiani, e Firenze ha un grande appeal come tradizioni e come città, ma adesso sono altri i motivi per cui i facoltosi entrano nel calcio. Il tempo della poesia è finito da tempo.

Detto questo, fra poco si comincia e nonostante tutto non posso che aggiungere con un "Buon campionato Fiorentina"

http://www.violanews.com/altre-news/al-via-lofferta-di-dazn-ecco-come-vederla-gratis-per-un-mese-ce-anche-la-fiorentina/