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Diritti tv, lo studio ed il confronto con l’Europa: la Lega si spacca e la forbice si dilata

Analizziamo la situazione relativa alla spartizione ed agli incassi dei diritti televisivi nei maggiori campionati europei

Giacomo Brunetti

"La questione dei diritti televisivi tiene banco da diversi anni in Italia: pochi giorni fa, proprio in merito al tema, la Lega si è divisa ulteriormente, visto che sei squadre - considerate le "grandi" - che hanno voltato le spalle alle restanti quattordici. Juventus, Napoli, Roma, Inter, Milan, Lazio e Fiorentina - l'ultima a variare la propria posizione - non intendono seguire la strada proposta dalle altre società, con Galliani che ha tuonato: "Rappresentiamo l'80% dei tifosi italiani". Una volontà che aumenta ancora di più le difficolta del risorgimento del calcio nel Belpaese, costretto a fare i conti anche con la problematica legata ai diritti televisivi, ormai punto di forza per altri campionati europei.

"I METODI DI RIPARTIZIONE - Precisazione dovuta, prima di andare ad analizzare i vari casi in Europa: non tutte le leghe adottano lo stesso sistema. Italia, Germania, Spagna, Inghilterra e Francia, tanto per citarne alcune, utilizzano ciascuna un metodo diverso: oltre alla cifra complessiva incassata dal singolo campionato, la differenza tra un Paese e l'altro viene fatta inoltre dal modello a cui ci si affida per spartire gli incassi.

"INGHILTERRA - Regina, in tutto e per tutto: nell'ordinamento giuridico, grazie alla quasi secolare Elisabetta, ma anche nella ripartizione e negli incassi per i diritti televisivi della Premier League, che Sua Maestà può godersi verosimilmente in ogni parte del globo, vista la massiccia esportazione del campionato d'oltremanica. Piovono contanti sui campi inglesi, poiché nel biennio 2016/2019 arriveranno nelle casse del campionato circa 10 miliardi di euro, il 71% in più rispetto al precedente accordo: 6,5 miliardi verranno incassati dai network locali, mentre ulteriori 3,5 miliardi saranno intascati grazie alla vendita dei diritti all'estero. Tutto ciò nasce dall'alta competitività della Premier League, fattore che risiede nel sistema di ripartizione degli introiti: il 50% viene distribuito in parti uguali, il 25% in base al passaggio in televisione di una squadra - perché non tutte le gare di una giornata vengono trasmesse - ed un altro 25% per meriti sportivi. Risultato? La Juventus, prima per distacco in Italia, in Inghilterra guadagnerebbe come una squadra non qualificata alle coppe europee, incassando "solamente" 18 milioni in più rispetto all'ultima classificata in Inghilterra, che a sua volta sarebbe addirittura seconda in Serie A, poiché l'Aston Villa, retrocessa nella scorsa stagione in Championship, ricaverebbe dai diritti televisivi circa 5 milioni di euro in più del Milan.

"SPAGNA - La novità introdotta in questa stagione ha ridotto la distanza tra Barcelona e Real Madrid nei confronti delle restanti società: i blancos ed i blaugrana giocano comunque un campionato a parte, almeno nella ripartizione degli incassi, ma dopo che La Liga ha adottato la vendita centralizzata la questione è diventata più equa. La Spagna è riuscita così anche ad aumentare i ricavi - cresciuti di 386 milioni di euro - per un totale che supera di poco il miliardo (1.075 milioni di euro), così suddiviso: 614 milioni di quota nazionale, 622 milioni di quota internazionale, cifra acquisita al 90% dalla massima serie e al 10% dalla seconda serie, con una piccola parte da destinare al paracadute ed alle spese. Adesso, il 50% verrà distribuito in parti uguali a tutte le squadre, mentre l'altra metà sarà spartita in base ai meriti sportivi: con il vecchio sistema, Barcelona e Real Madrid incassavano il 50% della cifra complessiva. Al contrario, adesso guadagneranno circa 40 milioni in meno l'una rispetto al modello precedente: lo scorso anno, le due società hanno incassato 140 milioni di euro ciascuna, mentre l'Atletico Madrid, terzo in questa speciale classifica, ha ricavato 69 milioni di euro, cifra impensabile fino a due stagioni fa, quando la terza era il Valencia che incassava 48 milioni di euro. La stima per questo campionato prevede un incremento per tutte le posizioni del ranking per la distribuzione degli incassi: la Juventus sarebbe terza, quasi a pari merito con l'Atletico Madrid.

"GERMANIA - Anche la Bundesliga ha da poco variato il proprio modello: questa è stata la stagione del sorpasso alla Serie A negli introiti derivati dai diritti televisivi che, per i tedeschi, hanno raggiunto la cifra di 1 miliardo e 400 mila euro, crescendo del 70% rispetto alle stagioni precedenti. Il criterio di suddivisione ha subito vari mutamenti, basandosi principalmente su quattro punti: il 70% verrà ripartito verrà diviso fra tutti i club di Bundesliga 1 e Bundesliga 2, tenendo conto della classifica quinquennale di ciascuna delle due competizioni mantenendo l’attuale criterio di ripartizione; una seconda parte, il 23%, terrà invece conto della classifica ponderata degli ultimi 5 anni dei 36 club che giocano nelle due competizioni; poi, il 5% terrà invece conto della classifica complessiva dei 36 club negli ultimi 20 anni; la quarta quota di 2% verrà distribuita in base all'utilizzo dei giovani secondo vari criteri.

"FRANCIA - Svolta anche nel campionato francese: un cambiamento che va verso il criterio di equità, poiché attualmente il Paris Saint-Germain, l'Olympique Marseille ed l'Olympique Lyonnais si spartiscono il 60% degli incassi. Nel 2014/2015, queste tre società hanno incassato più di 40 milioni di euro a testa, mentre le altre squadre hanno guadagnato tra i 30 milioni e gli 11 milioni, ovvero la quota base. L'obiettivo è quello di arrivare ad una distribuzione della risorsa economica più paritaria.

"ITALIA - In Serie A, la ripartizione della cifra derivata dai diritti televisivi è suddivisa con il 40% spartito in parti uguali, il 30% in base ai tifosi (il 25% per bacino di utenza, il 5% in funzione della popolazione) ed un altro 30% secondo i risultati sportivi (la classifica dell’ultima stagione vale i 5%, il quinquennio precedente il 15% e i risultati storici dal 1946 ad oggi un 10%.). La Serie A, in questo momento, guadagna una cifra di circa 1 miliardo di euro. La questione che si è aperta in Lega, legata sia alla distribuzione degli introiti, sia alla diminuzione delle squadre nella massima serie (non voluta dalle "piccole"), non sta certo aiutando la crescita del nostro campionato che, anno dopo anno, vede dilatarsi la forbice nei confronti di quelli esteri. Il bacino di utenza è studiato secondo alcune rilevazioni che intersecano le ricerche degli istituti demoscopici ed i dati Auditel: alla Juventus spetta il 25,83%, al Milan il 15,12% , all’Inter il 14,57%, al Napoli il 10,43%, alla Roma il 7,78% ed alla Fiorentina il 3,67%. La differenza con le altre società è notevole, poiché ci sono dieci società che non arrivano al 2%.

"IL PARACADUTE - Manna dal cielo per le squadre retrocesse, il paracadute diventa spesso un'ancora di salvataggio ma, al tempo stesso, una risorsa quasi fondamentale per alcune società: scendere dalla prima serie, almeno in Italia - che legifera la distribuzione del "paracadute" secondo un proprio metodo - conviene economicamente a molte squadre. In Inghilterra, questa cifra è molto alta, portando 95 milioni di euro in tre anni nelle casse delle squadre che retrocedono seguendo vari criteri: in Serie A, dopo il paradosso dello scorso anno, quando Hellas Verona e Palermo si affrontarono, con i veneti che avrebbero tratto dalla sconfitta più benefici rispetto ad una vittoria maturata sul campo: con la retrocessione del Carpi, l'Hellas Verona ha guadagnato 15 milioni di euro in più. Il sistema italiano prevedeva infatti 60 milioni di euro da spartire su base biennale tra le tre squadre retrocesse tenendo contro dell'anzianità di servizio nella massima serie, da cui dipende la quantità di soldi a garanzia della caduta in Serie B. Chi ha disputato almeno tre delle ultime 4 stagioni in A riceve 25 milioni di euro che scendono a 15 in caso di due stagioni su 4 e si riducono ulteriormente a 10 in caso di una sola annata tra le grandi: per questo, all'Hellas Verona conveniva "far salvare" il Palermo piuttosto che il Carpi.

"La discussione sui diritti televisivi è ancora in corso e, se la Serie A vorrà rimanere al passo con gli altri campionati, dovrà presto mutare la vendita del proprio prodotto: inoltre, per aumentare la competitività della lega, dovrebbe essere cambiato anche il sistema di ripartizione.

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