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Bruscaglioni (VC Affrico) a VN: “La società sia chiara. I giocatori si sentono imprenditori immortali”

Per il presidente del Viola Club “ormai i giocatori si sentono degli imprenditori immortali. Sousa? Fa gli esperimenti”.

Paolo Mugnai

Il Viola Club Affrico è in una posizione privilegiata, a due passi dallo Stadio a Campo di Marte. In un periodo di contestazione  come questo, se ne ricorda una in particolare, presidente Maurizio Bruscaglioni?

“Io c’ero, come altri mille, quella volta che Desolati e Speggiorin se la diedero a gambe dopo una partita. Quando lo incontro, Desolati me lo ricorda ancora ma adesso non lo rifarei. Ai ragazzi consiglio di non rischiare di rovinarsi la vita per rincorrere un giocatore perché tanto non gliene frega niente della maglia. Ormai i giocatori si sentono tutti degli imprenditori immortali”.

Con quale spirito un tifoso affronta le prossime partite?

“Per me il campionato è finito già da un mese ma non perché la Fiorentina non vuole arrivare sesta. Quando una società fa trasparire che l’allenatore non sarà confermato, il campionato è finito. L’allenatore non ha più in mano la situazione. Io poi penso che lui stia sperimentando suoi schemi, non esiste vedere in campo una squadra in questa maniera. Io, abbonato come quelli che conosco, continuiamo ad andare regolarmente allo stadio, poi c’è sempre qualche abbonato che non va ma è fisiologico, dipende dagli orari delle partite non dalla situazione della squadra. Chiaro, però, che siamo tutti scontenti”.

Le responsabilità della Società?

“Hanno sbagliato ad andare in Portogallo a pregarlo di rimanere. Poi l’altro errore è stato confermarlo il 15 dicembre, dopo il recupero della partita di Genova quando l’allenatore ha dato la conferma di fare quello che gli pare. Questo è il pensiero condiviso da tanti soci. Corvino? Il mercato lo vedremo quest’anno perché l’anno scorso è arrivato tardi e con l’input di risanare il bilancio. Quest’anno ci attendiamo degli investimenti, non certo giocatori da quaranta milioni perché oggi il calcio è condizionato dai diritti tv in modo clamoroso, ma mi attendo qualche investimento. Mi auguro che rimangano i più forti ma non esistono più giocatori, anche se la baciano, attaccati alla maglia. Pensano a se stessi, tutti. Poi, uno come Chiesa, giovane, arrivato ora in prima squadra, è normale che adesso dica così ma io non ci credo più. Parli con uno che ha pianto per Baggio e Batistuta”.

Le responsabilità dei giocatori?

“I giocatori hanno la minore responsabilità perché quando non c’è chiarezza in società, quando sanno di non rientrare nei programmi futuri, questa è la conseguenza. Questo è adesso il calcio, ad esempio la situazione di Gonzalo mi fa pensare che quell’infortunio non sia così grave”.

Quale soluzione?

“Chiunque sia il proprietario, se la Fiorentina dicesse pubblicamente: ‘noi lavoreremo sempre e solo sui giovani’, ecco, io ne sarei felicissimo. Basterebbe parlare chiaro”.