calciomercato

L’appeal internazionale può spingere Chiesa lontano dall’Italia

La pista italiana resta la più percorribile per il futuro del talento viola, ma le voci dall'estero si fanno sempre più insistenti

Giacomo Brunetti

"Appena tornerà disponibile, Roberto Mancini lo getterà subito nella mischia. Lui, così come Luigi Di Biagio, che ne ha ottenuto il lasciapassare per l'Europeo Under-21. Perché Federico Chiesa non è un patrimonio esclusivamente appannaggio della Fiorentina e i recenti sviluppi sul suo conto ne sono la più stretta testimonianza. Dal dito puntato e le accuse per simulazione all'apprensione dopo il riacutizzarsi dei fastidi fisici nel ritiro di Coverciano, il passo è stato breve. Il motivo è presto detto: il classe '97 è sempre più una risorsa nazionale e, nella rinascita tecnica azzurra, rappresenta uno dei fulcri più fulgidi. Tanto che, prima di abbandonare il Centro Tecnico Federale per i problemi al retto addominale, era stato impiegato in tutte le gare dell'Italia nell'era Mancini.

"Se da una parte la Juventus e l'Inter spingono per averlo, dall'altra il Milan prova a inserirsi nella corsa all'oro. Il panorama, però, è diventato progressivamente più largo. Il Tottenham e il Bayern Monaco osservano, consapevoli che evitare un'asta sarà impossibile. La Fiorentina non ritocca il contratto di Chiesa da novembre 2017, quando Fede è diventato il più pagato dell'intera rosa. Leader tutto d'un tratto, ma inevitabilmente. Anche gli sponsor ne hanno compreso il crescente appeal: l'accordo con Nike si avvicina al livello di quello sottoscritto da Verratti. Il ventaglio della richiesta viola per il suo cartellino è difficilmente fissabile in numeri dettagliati: molto dipenderà dalle condizioni alle quali le parti vorranno sottostare, specialmente se in Viale Fanti decideranno di non accettare contropartite tecniche.

"La Fiorentina, onde evitare casi diplomatici e uno scontro con i tifosi, non disdegna la cessione fuori dai confini italiani. Sarebbe più "comoda", ma il giocatore potrebbe non essere d'accordo. L'interesse inglese e tedesco rimane, questa è l'unica certezza. Da una parte, il Tottenham deve rinforzarsi per mantenere un'asticella ormai alzata da stagioni: sia in estate che a gennaio, gli Spurs non hanno operato alcuna operazione in entrata, stabilendo un nuovo record per la Premier League. Una motivazione è riconducibile ai costi relativi al nuovo stadio, ma da luglio l'inoperosità non sarà più contemplabile. In Baviera, invece, il Bayern Monaco ha la necessità di sostituire una volta per tutte Robben e Ribery, ancora protagonisti ma non più imprendibili come quando eliminarono la Viola di Prandelli dalla Champions League.

http://www.violanews.com/stampa/da-mourinho-a-solskjaer-il-manutd-resta-su-milenkovic-ma-in-modo-piu-freddo/