Cosa comporta un esterno offensivo

"Un terzino, un regista e un’ala. La lista della spesa è ben attaccata al frigo del Centro Sportivo, tra le calamite dei viaggi europei che furono. La nostalgia di quei momenti è alta, la ricetta per lenirla è accanto. E una frase, scritta a matita: “Dobbiamo mettere i giocatori giusti al posto giusto”. Gli esperimenti e i compromessi devono rimanere solamente uno sbiadito ricordo. Proprio per questo una delle priorità di Pantaleo Corvino sarà individuare un esterno d’attacco che possa risolvere i problemi offensivi accusati in questa stagione.

"Quattrocentottantasei conclusioni tentate, duecentocinquantuno delle quali fuori dallo specchio della porta: i tre punti che, in sede finale, hanno privato la Fiorentina dell’Europa League passano dal nono attacco del campionato e dal peggior dato in quanto a tiri lontani dal bersaglio. Senza parlare delle invenzioni di Pioli per colmare la lacuna lasciata dal disgregarsi di Thereau: nessuna, tranne il terzino destro bloccato e la consecutiva incursione di Biraghi in fase di possesso palla, con Saponara slittato al centro, ha dato i propri frutti.

"Un reparto offensivo completo è di primaria importanza: Chiesa e Simeone, insieme, hanno totalizzato quattro assist reciproci – tre sfornati dall’italiano, uno dall’argentino – e siglato rispettivamente sei e quindici reti in stagione. Non è bastato, specialmente perché per larghi tratti hanno agito da solisti, specialmente il classe ’97, incappato in ripetuti egoismi all’interno di una terra deserta. Serve un calciatore pronto, di affidabile e dimostrata qualità, che dia solidità tecnica e tattica. Questo porta un diverso svilupparsi dell’azione, una maggiore creazione di opportunità e punti, vari punti in più a termine dei giochi. Perché alla fine quello conta.

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