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Zaniolo rivela: “Quando la Fiorentina mi scartò stavo per smettere. Mio padre mi ripete sempre…”

Nicolò Zaniolo: "Dopo sette anni alla Fiorentina mi dissero che non c'era posto per me. Piansi per una settimana"

Redazione VN

L'uomo del momento in casa Roma e anche in ambito nazionale, Nicolò Zaniolo, ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale della Roma nel quale ha raccontato la sua storia. Vi proponiamo alcuni passaggi inerenti alla Fiorentina:

Ci racconti gli esordi della tua carriera?

“Ho iniziato al Genoa e poi sono andato alla Fiorentina, partendo con gli Esordienti. Sono arrivato fino agli Allievi e alla preparazione estiva con la Primavera. Poi mi hanno comunicato che non c’era posto per me…”.

Quell’episodio ti ha demoralizzato?

“Sì. Dopo sette anni trascorsi lì mi ero fatto i miei amici, mi sentivo in famiglia. È stata una doccia fredda e ci ho pianto una settimana intera. Poi mi sono rimboccato le maniche. Sono andato all’Entella, vicino casa e alla mia famiglia, e da lì è nato tutto”.

C’è stato un momento in cui hai pensato che non saresti riuscito a fare il calciatore?

“Sì. Nel primo mese alla Virtus Entella. Ero in Primavera e non giocavo, dovevo ancora ambientarmi, ero arrivato a preparazione già finita. Mi ritrovai nel bar di mio padre a La Spezia, che piangevo. Gli dicevo “se non riesco a giocare qui, forse devo fare qualcos’altro nella vita”. E lui mi rispose: “Fai l’ultima settimana, a mille, fatta bene, senza pensare”. L’ho fatta e da lì non sono più uscito”.

Proprio con l’Entella hai fatto il tuo esordio in Serie B. Che ricordi hai di quel momento?

“Era già nell’aria. Una volta ci sono andato vicino e ancora me lo ricordo. Eravamo a Vicenza, vincevamo 1-0 il mister mi disse “scaldati che fra poco tocca a te”, poi abbiamo preso gol e ha scelto di mettere un difensore. Poi a Benevento, un giorno prima del compleanno di mio padre, è arrivato l’esordio. È stata un’emozione incredibile, non ci credevo: era passato meno di un anno dallo scarto della Fiorentina e stavo esordendo tra i professionisti”.

Qual è stato il miglior consiglio che hai ricevuto finora in carriera?

“Mio papà mi dice che si fa presto ad andare in alto, ma ci si mette ancora meno ad andare in basso. Me lo ripete in continuazione, “non montarti la testa”, soprattutto adesso. E mi dice anche “ricordati come stavi quando la Fiorentina ti ha mandato via””.

Chi è il tuo migliore amico nel calcio?

“Giuseppe Caso, che gioca nel Cuneo. Fino a quando ero piccolo, ai tempi del Canaletto e poi l’ho ritrovato alla Fiorentina”.

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