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Manfredini predica calma: “Si chiede troppo a Simeone. Fiorentina, filosofia giusta”

"Per i viola è un’annata di alti e bassi. In estate hanno cambiato molto e puntato su giovani molto interessanti. Ci vorrà del tempo"

Redazione VN

Tanti, tantissimi i doppi ex della gara di domenica prossima tra Fiorentina e Chievo Verona. Tra questi c'è anche Christian Manfredini, che ha parlato a europacalcio. A seguire vi proponiamo i passaggi più interessanti dell'intervista:

Christian, domenica ci sarà Fiorentina-Chievo. Come valuti la stagione delle due squadre? "Il Chievo sta vivendo una stagione difficile. Ha iniziato molto bene raccogliendo molti punti, poi ha avuto un grosso calo. Si sono ripresi questo sabato vincendo contro il Cagliari. Quanto alla Fiorentina, è un’annata di alti e bassi. In estate hanno cambiato molto e puntato su giovani molto interessanti. Ci vorrà del tempo, ma condivido questa filosofia. Domenica cercherà in tutti i modi di fare bottino pieno. Il Chievo è comunque un avversario difficile, vedo più un pareggio".

Nonostante i cambiamenti la squadra viola può centrare ugualmente l’Europa? "Come ho detto prima, la Fiorentina ha cambiato molto. Non si può pretendere che i risultati arrivino subito. Sono arrivati giovani forti ma che hanno bisogno di conoscersi. L’Europa adesso non è una priorità. Quello che conta è che la squadra, mantenendo questa base, migliori sempre di più anno dopo anno".

In queste ultime settimane, Giovanni Simeone è finito nel mirino di una parte della critica per il rendimento e, soprattutto, per lo scarso numero di gol. Sei d’accordo? "Finire nel mirino della critica ci può anche stare, non deve essere vista per forza come una cosa clamorosa. Non potevano sperare che Simeone facesse già quest’anno 15-20 gol. L’importante è che in questi due-tre anni maturi e riesca a dare di più".

Il gioiello della squadra è Federico Chiesa. Per caratteristiche tecniche, ti ricorda qualche giocatore del tuo periodo calcistico? "Così sul momento non mi viene in mente nessuno. Ricordo che per un anno ho giocato assieme al padre Enrico. Il suo potenziale è indiscutibile. Bisogna sempre puntare sui giovani, farli crescere e saperli aspettare".

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