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Koulibaly, ricorso respinto: le giornate di squalifica restano due

La Corte Sportiva d'Appello della Figc ha rigettato l'istanza presentata dal club campano per far scontare le due giornate di stop inflitte al difensore post espulsione in Inter-Napoli

Redazione VN

"Aspettiamo il verdetto, siamo fiduciosi". Era questo il pensiero - improntato all'ottimismo - dell’avvocato di Kalidou Koulibaly, Mattia Grassani al termine dell’udienza di questa mattina presso la Corte Sportiva d’Appello della Figc, udienza in cui il Napoli aveva chiesto ufficialmente l’annullamento della seconda giornata di squalifica del difensore. Insieme a Grassani c’era ovviamente anche il centrale partenopeo e il presidente Aurelio De Laurentiis. Ma non è andata come Grassani e Koulibaly speravano, la Corte ha respinto la richiesta: i turni di stop per il senegalese restano due, Kalidou salterà anche la partita del San Paolo di domenica sera alle 20.30 contro la Lazio. Così Grassani dopo la sentenza: "C'è amarezza e delusione. Oggi siamo tutti un po' più poveri ma ci sentiamo tutti più Koulibaly. Le ragioni portate avanti da noi avevano consistenza, peccato, quel gesto aveva mille attenuanti e mille giustificazioni".

La delegazione del Napoli - scrive gazzetta.it - era arrivata presso i palazzi federali verso le ore 13.12, lasciandoli dopo poco più di un’ora (alle ore 14.20). L’udienza era durata circa 55 minuti nei quali Koulibaly aveva espresso il suo punto di vista e rimarcato come si sia fatto prendere la mano a causa dei buu razzisti. La vicenda, infatti, riguarda l’espulsione (e la conseguente squalifica di due giornate) del 26 dicembre scorso, quando verso la fine di Inter-Napoli il difensore senegalese ha applaudito ironicamente l’arbitro Mazzoleni, apostrofandolo anche con un “bravo”. Grassani aveva chiesto lo “sconto” di una giornata in virtù della squalifica di San Siro (che certifica dal punto di vista legislativo il riconoscimento e la condanna dei cori razzisti) e del precedente di Muntari durante un Cagliari-Pescara del 2017, in cui il giocatore ghanese (all’epoca al Pescara) fu oggetto di insulti razzisti e protestò apertamente con l’arbitro Minelli. In quella circostanza la Corte Sportiva d’appello annullò successivamente il turno di squalifica. Ma stavolta il finale è stato ben diverso.