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Ferrara scrive: “Sousa, futuro in stand by. La lunga sfida di nervi in attesa del verdetto”

Secondo la società viola oggi ci sarà l'incontro decisivo. Però niente è ancora certo: così nessuno si scopre

Redazione VN

Quanto manca al futuro? Tutti se lo chiedono, sospesi tra il poco e il niente, in attesa di notizie che soffino qualcosa di dolce dalle parti del cuore. Intanto c’è un punto da strappare al campionato per essere sicuri del quinto posto. Ma questi giorni pieni di nomi di mercato e sogni su (molto) ipotetici interessamenti di grandi compagnie aeree alla quota di maggioranza della Fiorentina, alla fine una sola domanda rimbomba in mezzo al polline di questa silenziosa primavera: ma Sousa che farà? Sia chiaro, l’interrogativo non scuote le interiora come avrebbe fatto qualche mese fa. Ci sono i fedeli del portoghese, gli ammiratori, quelli che semplicemente si chiedono che senso ha ricominciare ogni volta, chi Sousa lo ama poco e chi vorrebbe semplicemente capire da dove e con chi ricomincerà il viaggio. Perché un allenatore vuol dire un gioco, un mercato, delle idee precise su ciò che sarà questa squadra reduce da una grande illusione.

E ogni settimana sembra quella decisiva. Si avvicina il week end e arriva Adv. Si parla di summit, decisioni storiche, nuovi cicli e chissà cos’altro. Anche stavolta è così. Anche se Adv è stato anticipato da quello che è stato definito il terzo fratello Della Valle, cioè Mario Cognigni, il presidente esecutivo. «Il futuro di Paulo Sousa? Vedremo», dice l’avatar di Diego Della Valle. Quel vedremo è diverso dall’entusiasta «apriremo un nuovo ciclo insieme» annunciato da Andrea Della Valle una settimana fa. Perché poi nel frattempo quello che la società doveva dire a Sousa l’ha detto. In faccia, e molto chiaramente. L’allenatore ha un contratto, che per la Fiorentina va rispettato. E la logica aziendale della proprietà è chiara: ognuno al suo posto, l’allenatore fa l’allenatore, i dirigenti i dirigenti e via dicendo. Insomma, niente poteri per l’allenatore portoghese, che in realtà aveva chiesto solo di avere un referente unico e non cinque con cui parlare e nessuno responsabile al cento per cento. Riassumendo: la società Sousa non lo tocca (anche perché il solito giochino ha stancato) e Sousa da parte sua non sembra intenzionato a dimettersi. (...)

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