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Diritti tv: in arrivo la nuova legge. Ecco i nuovi parametri

Con la nuova distribuzione dei diritti tv ci sarà un gap minore fra le squadre forti e le piccole

Alessandro Nepi

Nuova legge diritti tv competitività europea. Equità non sempre vuol dire “tutti felici e contenti”, anzi. E il calcio italiano rischia di scoprirlo sulla propria pelle, con l’evoluzione dei regolamenti sui diritti tv. La legge Melandri (che regolamenta appunto la distribuzione dei diritti) così come la conosciamo ha i mesi contati. La modifica è in arrivo e una prima bozza di proposta sarà ufficializzata nelle prossime settimane grazie al lavoro delle deputate Bonaccorsi e Sbrollini.

Centrale, secondo quanto scrive calcioefinanza.it, sarà l’argomento dell’equità: serve maggiore equilibrio nella distribuzione delle risorse che arrivano dalle televisioni, oltre a paletti più netti per tutti i protagonisti (come gli advisor, leggasi Infront). Più equità vuol dire, in parole povere, che le big riceveranno meno soldi.

L’ipotesi infatti è quella di alzare al 50% (attualmente è invece al 40%) la parte di ricavi da distribuire in parte uguali a tutte le società, mentre il 30% in base alla popolazione e il 20% in base ai risultati storici.

Un restyling di un certo peso, che potrebbe spostare gli equilibri. Non tanto in Italia, dove comunque la forbice tra prima e ultima resterebbe ampia (la prima guadagna oggi 4,6 volte l’ultima, con la riforma il rapporto sarebbe 3,5 a 1), quanto piuttosto in Europa dove le big perderanno competitività con le altre società che primeggiano.

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