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Da allievo ad avversario: Vecino, l’addio più doloroso per Pioli

Per Pioli l'addio di Vecino è stato doloroso, di più di quelli di Bernardeschi e Kalinic perché il tecnico viola aveva capito che trattenere l'italiano e il croato a Firenze sarebbe stato complicato. L'uruguaiano, invece, avrebbe continuato...

Stefano Niccoli

Da amici a nemici nel giro di pochi giorni. Capita, è il calciomercato. Lo sanno bene Stefano Pioli e Matias Vecino, maestro e allievo a Moena, avversari venerdì sera. Non lo ammetterà mai, ma un po’ di rimpianto il tecnico viola ce l’avrà sicuramente nel vedere il centrocampista uruguaiano dall’altra parte della barricata, vestito di nerazzurro. Normale. D’altronde l’allenatore gigliato aveva “eletto” a leader della Fiorentina proprio l’ex Cagliari ed Empoli.

“E’ fortissimo, ha i giusti tempi di inserimento”, disse Pioli il 10 luglio scorso. Un apprezzamento al quale fece seguito un retroscena: “Lo avevo chiesto quando ero alla Lazio”. Parole al miele nei confronti di un giocatore ritenuto fondamentale nel 4-2-3-1, modulo con cui l’allenatore emiliano aveva pensato di schierare inizialmente la Fiorentina. Centrocampista moderno, di qualità, quantità e di gamba: elemento ideale di cui Stefano avrebbe avuto bisogno nella sua squadra.

Nel mercato, però, si sa tutto può succedere. Poche settimane dopo l’Inter pagò i 24 milioni della clausola rescissoria e vestì Vecino di nerazzurro. Un addio doloroso per Pioli, di più di quelli di Bernardeschi e Kalinic perché il tecnico, fin dall’inizio della sua avventura a Firenze, aveva capito che sarebbe stato complicato convincere l’italiano e il croato a restare in riva all’Arno. Vecino, invece, avrebbe continuato volentieri la sua storia d’amore con la Fiorentina.

In pochi mesi è diventato una “colonna” della formazione di Luciano Spalletti. Venerdì sarà nuovamente al centro del campo per guidare l’Inter alla vittoria. La speranza è che non sia Matias a segnare il gol da tre punti. Sarebbe una beffa difficile da digerire.

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