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Carlo Alberto Giovanardi a VN: Con la maglia viola sotto a quella del Sassuolo

Dirigente, scrittore, produttore del concittadino Pierangelo Bertoli, diviso tra due amori calcistici

Paolo Mugnai

Forse nessuno avrebbe potuto raccontare la storia del Sassuolo meglio di lui, Carlo Alberto Giovanardi. Così lo ha fatto. In due libri: Sassuolo nel pallone. Storia del calcio sassolese dalla Z alla… A (in collaborazione con Roberta Rossi) e Sassuolo in paradiso. Dal sogno alla realtà, entrambi Edizioni Artestampa.

Giovanardi è personaggio noto nella sua città e particolarmente legato alla squadra di calcio. L’attuale Unione Sportiva Sassuolo Calcio nasce infatti nel 1974 dall’unione della Sassolese con la Sassuolo SFC. Primo presidente della neonata società fu, appunto, il nostro autore. Che ha anche il merito di avere scoperto il concittadino Pierangelo Bertoli producendo Roca Blues (album contenente “Eppure soffia”), tra l’altro coinvolgendolo nella passione per il pallone a tal punto da convincerlo a comporre l’inno della Sassolese.

Una curiosità. Allenatore di quel Sassuolo era Ezio Pascutti, l’ala sinistra del Bologna che aveva segnato dodici reti nelle prime dieci giornate del campionato 1962-63. Un record che sarebbe durato trentadue anni, fino a quando il bomber che correva alla bandierina, Gabriel Omar Batistuta, lo superò con la maglia viola (LEGGI).

Legato anche alla Fiorentina, Giovanardi, tanto da dire che alla partita indosserà la maglia viola sotto a quella del Sassuolo. Perché?

Nel ’55-’56 avevo dieci anni. Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini. Vedi, recito ancora a memoria quella formazione che era una poesia. Sono sempre stato viola. Addirittura la mia squadra, la Sassolese in Serie D, aveva la maglia viola. Come ds avevo Nardino Previdi (poi venuto alla Fiorentina) e ricordo un’amichevole con l’Inter allenata da Beppe Chiappella.

Com’è il Sassuolo attuale?

Da un punto di vista societario è un sogno che sarebbe stato irrealizzabile senza il Signor Squinzi, altrettanto potente e in gamba quanto squisito e umile. Senza di lui non saremmo mai arrivati a questi livelli. Da un punto di vista tecnico, Di Francesco ha cognizioni diverse dalla tradizione italiana, gioca in modo aperto, fa divertire, dà soddisfazioni. Mancherà Berardi che è la punta regina della squadra ma speriamo che i sostituti siano efficaci. È una squadra molto equilibrata con un bel gioco. Tutte le domeniche in Serie A è un sogno che si ripropone.

E la Fiorentina?

A me piaceva Montella, ma Sousa mi sembra più concreto e divertente. Adesso però non riuscirei mai a ricordare la formazione perché la cambia sempre e sono altri tempi. Sono tuttora tifoso e perciò in grande imbarazzo. Mi piacerebbe che vincessero tutte e due.